
Nonostante il sottotitolo di questo blog, non sembra che debba contenere molto questo contenitore.
La verità è che chi è molto emotivo può trovarsi anche nella triste situazione del silenzio. Silenzio non solo a livello comunicativo ma proprio emotivo.
E' quello che mi succede quando la mia sete non trova dove abbeverarsi. Poche sono le acque davvero pure e la mia sete non ammette altro che massima purezza.
Ciò che spesso colpisce noi emotivi è l'incapacità di alcuni intellettuali o presunti tali (registi, scrittori, commediografi, artisti,..) di descivere davvero i sentimenti. Noi emotivi conosciamo i sentimenti e profondamente ed è terribile vedere come vengano ridicolizzati dalla televisione, da un certo tipo di cinema, dall'arte, dalla musica, da certi libri.
Stasera ho rivisto Le vite degli altri (regia: Florian Henckel von Donnersmarck) ed ho trovato la forza di scrivere qui.
Il punto è: non voglio farvi il miniracconto della trama ma farvi capire quanto questo film stimoli le nostre coscienze all'amore, alla fedeltà ai propri valori quand'anche questi fossero in contarsto con quello che la società tollera, alla bontà. Per la società quello che è buono è stupido, non ne siete convinti un pò anche voi nel profondo? C'è il profitto, la furbizia, l'arroganza. Ogni giorno che passa c'è chi vorrebbe farci credere che il mondo e noi siamo questo, un ammasso di acquirenti, chi è più ricco è più potente. Chi crede più in un ideale?
Vedo studenti politicizzati arrabattarsi per quel pezzetto, quel pezzetto di spazio che fa entrare nel cerchio.
In una situazione del genere purtroppo non ho speranze per chi entra a far parte del cerchio.
Perchè Guy Debord deve restare uno sconosciuto per noi studenti di arte?
Ora capisco cos'è che mi affascina dell'arte ma anche cosa mi ha sempre turbato. E' la grande capacità di filosofare che c'è dietro, di carpire significati nascosti dietro le opere, di scoprire quelli che l'artista ha espresso in un atto sublimante ma non sa dire. Questo fa la critica. Inventa storie allacciandole alla trame di quelle vere per trovarle geniali. Questo hanno fatto alcuni artisti.
Che fascino ma anche che sistema quello dell'arte.
Dove sono quelli squattrinati artisti d'un tempo in giro per le strade delle nostre città, vati di sublimi verità?